sabato 6 dicembre 2008

Il codice da vinci


La personalità di Leonardo da Vinci è sempre stata circondata da un alone di mistero. La sua genialità veniva spiata con sospetto da un'epoca grezza e spesso troppo chiusa nelle sue ideologie rigorose. Concepire che un uomo potesse recarsi negli obitori per sezionare corpi di cadaveri e così comprenderne meglio l'anatomia, non risultava infatti del tutto naturale. In un ambiente ancora molto permeato dalle superstizioni era infatti facile scambiare uno studio scientifico approfondito per un'eresia, ma da qui a sostenere che Leonardo avesse optato per un credo pagano e che sfruttasse le istituzioni religiose solo per trarre profitto dalle loro commissioni, c’è molta strada.Le leggende su Leonardo sono molteplici ed ispirano ancora oggi fantasie oltre ogni limite. Il romanzo Il codice da Vinci, di Dan Brown, è l'esempio contemporaneo più evidente di quanto la storia dell'artista susciti ancora numerose curiosità ed altrettante polemiche. Nel testo in questione si analizzano (non sempre correttamente) dal punto di vista simbolico alcune tra le sue opere più importanti. Per citare la più conosciuta, basti pensare alla Monna Lisa: è senza dubbio conturbante pensare al dipinto come ad un autoritratto "al femminile" di Leonardo e spiegarne così l'ambiguo sorriso. È risaputo infatti che egli era molto affascinato da tutte quelle figure definite androgine.Questo spiegherebbe anche l'altra questione sollevata dal romanzo: nell'Ultima Cena la persona seduta alla destra di Gesù è Maria Maddalena, come ipotizza l'autore, e non Giovanni Evangelista, anche se ritratto con lineamenti dolci ed effeminati. Infatti, se si sovrappone il volto di Maria, la madre del Cristo, della Vergine delle Rocce all'Apostolo Giovanni dell'Ultima Cena si può notare una quasi identità di tratti e di espressione. Tornando alla Monna Lisa, la realtà ormai nota è ben altra: si tratta infatti del ritratto della moglie del committente, Francesco Bartolomeo del Giocondo (ed ecco così spiegato anche il motivo del suo secondo e ben più conosciuto titolo). In questo modo si scioglierebbero quei pochi dubbi che un'altra ipotesi, stavolta tirata davvero per i capelli, aveva sollevato e cioè che il nome Monna Lisa potesse essere letto come l'anagramma delle due divinità egizie della fertilità Amon e L' Isa, tanto care ai pagani dell'epoca. Ma perché sempre Leonardo? Perché tutte queste supposizioni riguardo ai suoi capolavori? Certamente fu un grande esperto nel campo del simbolismo e alcune coincidenze apparentemente celate, ma in realtà ben visibili ad un occhio attento, presenti nelle sue opere, lo confermano, tuttavia sembra ingenuo pensare ad uno scopo cospirativo dietro tale conoscenza.Ad alimentare la fiamma di questo focolare è stata soprattutto la "scoperta" (che l'autore del libro considera, nell'ambito del romanzo, come storicamente sicura, ancorché non comprovata dalla storiografia ufficiale) della partecipazione di Leonardo ad una società segreta di tipo massonico, nota con il nome di Priorato di Sion, alla quale sembrano essere legate tante leggende tra le quali quella del Santo Graal. Scopo del Priorato sarebbe stata la custodia di un segreto che avrebbe potuto far crollare il Cristianesimo, ovvero la rivelazione che Cristo non avesse mai posseduto alcun potere divino e che anzi, essendo mortale, avesse sposato Maria Maddalena.La discendenza da lei portata in grembo sarebbe stato dunque il vero Santo Graal che nei primi documenti viene scritto anche Sangreal, da cui la logica linguistica può dedurre Sang Real. Da questo "Sangue Reale" costituito dai figli di Cristo, discenderebbe direttamente la dinastia dei Merovingi. Tale sconvolgente rivelazione si tramanderebbe di generazione in generazione attraverso tre prescelti da un Gran Maestro. Ed è proprio quest’ultimo ruolo che Leonardo pare abbia ricoperto tra il 1510 e il 1519. Nella lista dei Gran Maestri del Priorato comparirebbero altri nomi altisonanti come Nicholas Flamel (1188-1220), Sandro Botticelli (1483-1510), Isaac Newton (1691-1727), Victor Hugo (1844-1885) e Claude Debussy (1885-1918). Da un punto di vista storico l'unico Priorato di Sion di cui si ha notizia certa è stato fondato il 7 maggio 1956 ad Annemasse da Pierre Plantard (e il suo nome non si riferiva al monte Sion in Palestina, ma ad una montagnola nei dintorni di Annemasse). Secondo alcuni la leggenda relativa ad un più antico Priorato è stata divulgata ad arte dallo stesso Plantard

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